Donne Impresa

24 Gennaio 2011

Concorso delle 4 A

Progetto di Educazione alla Campagna Amica – 2010/2011

LE 4A: AGRICOLTURA, AMBIENTE, ALIMENTAZIONE, ALLEANZA CON IL TERRITORIO

Proposte progettuali per uno sviluppo agrosostenibile

I Edizione

Premessa

In data 1 aprile 2009 è stato sottoscritto un significativo protocollo d’intesa tra MIUR, Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e Coldiretti la cui validità si estende per tre anni.

Il consenso riscosso nel corso dell’anno scolastico 2009/10 costituisce un ulteriore stimolo a proseguire e incentivare l’iniziativa, cogliendo l’occasione, nello specifico, di accogliere la suggestione che scaturisce dalla prossima scadenza storica, vale a dire il 150° anno dell’Unità d’Italia.

È storia anche il protocollo poiché coinvolge in un’azione diretta le istituzioni della Scuola e della cultura al più alto livello da una parte e, dall’altra, una componente sostanziale del mondo produttivo, rappresentativa di un settore che rimane trainante nell’economia dei Paesi del mondo, ovvero il settore agricolo. Non si tratta della prima iniziativa in questo senso ma il valore aggiunto del progetto consiste nella scelta di coinvolgere l’istruzione attraverso le scuole, di ogni ordine e grado, in un piano di lavoro di formazione continua che vede lavoro e istruzione complementari e integrati. Un passo importante che crea un ponte preliminare di contatto tra Scuole e Lavoro, sin dalle fasce di età più basse, rispettando nel contempo i tempi e le esigenze pedagogiche dei bambini e dei ragazzi.

La cultura ha bisogno di recuperare il giusto valore che le compete nella società. Paradossalmente in un contesto globale che vede in tutti i Paesi a tecnologia avanzata una sorta di allontanamento dal proprio Territorio si pone urgentemente la necessità di riportare l’uomo all’interno del contesto a cui appartiene, a partire, appunto, dal Territorio in cui vive, inteso come uomo, ambiente, natura, paesaggio, alimentazione e prodotti che si integrano e danno vita al sistema rurale, insieme di cultura, tradizioni, attività, competenza e professioni. D’altro canto la coltura ha la stessa urgenza di rimarcare il proprio ruolo essenziale nell’economia del nostro Paese e per la vita di ogni persona.

Soprattutto alla luce della considerazione che dalla terra/Terra deriviamo la nostra sussistenza.

Scuola e mondo rurale insieme, come l’etimologia (cultura, coltura, culto), espressione delle nostre radici più profonde, evidenzia; Scuola e mondo rurale come strumenti al servizio dei singoli e della collettività e come soggetti attivi portatori di valori e di benessere.

Del resto il mondo rurale ha in sé la facoltà straordinaria di essere calato e di intessersi nella Storia, anzi spesso di essere stato il motore della Storia dell’uomo come evidenziano i diversi e sostanziali mutamenti delle civiltà umane dal neolitico ad oggi. L’agricoltura scopre e si scopre ad ogni mutamento storico in grado di percorrere nuovi sentieri con, nel contempo, la capacità di non perdere di vista le proprie origini e di non tradire mai le proprie radici. Innovazione nella tradizione è un moto che ben esprime l’essenza del mondo rurale e che mette in evidenza una caratteristica raramente attribuita all’agricoltura dall’”homo technologicus”, il quale, risucchiato dai vorticosi ritmi della vita hi tech, ritiene a torto che la “vita nei campi” si contraddistingua per la sua staticità. Niente di più improprio! E basterebbe riflettere sulla banale considerazione che il bisogno primario di provvedere alla sopravvivenza, cioè di garantirsi cibo, ha indotto la specie umana a mettere in gioco tutta la sua creatività per sviluppare strategie indirizzate in tal senso. Tecnologia e scienza sono spesso state impegnate per risolvere e migliorare modalità e strumenti utilizzati nella coltivazione e negli allevamenti. Dagli impianti di irrigazione alle biotecnologie impiegate per selezionare specie vegetali e animali, passando attraverso la geometria dei campi da coltivare, la botanica sistematica, la veterinaria, la chimica, la necessità di prevedere il tempo, giusto per ricordare esempi ampiamente noti, ben si capisce quanto l’agricoltura non sia mai stata statica. Tutt’altro, nel suo essere pungolo per la ricerca e nel suo intrecciarsi con le diverse attività umane, essa ci dice in fondo di essere sempre stata multifunzionale. Attualmente, in un contesto storico grandemente mutato, il mondo rurale esplicita un nuovo modo di essere multifunzionale, rinnovandosi appunto ma con radici ben saldamente affrancate al terreno della sua tradizione. L’azienda agricola, infatti, non è più soltanto produttrice di derrate alimentari, ma anche erogatrice di servizi ai singoli e alla collettività. In sintesi, i caratteri di multifunzionalità del mondo rurale possono essere riassunti nelle seguenti quattro funzioni principali: produttiva, ambientale, paesaggistica, ricreativa. Si parla quindi di un’azienda che contribuisce alla protezione dell’ambiente e del territorio, alla valorizzazione delle produzioni tipiche e di qualità, al potenziamento del turismo di una determinata area e alla crescita dello sviluppo rurale. Del resto l’agricoltura ha un rapporto inscindibile con l’ambiente. L’agricoltore, con la sua attività, ha plasmato e modificato l’ambiente ma, allo stesso tempo, ne è anche il custode e il conservatore. Inoltre, il settore agricolo rappresenta uno straordinario “giacimento” di fonti di energia rinnovabili.

Dal mondo rurale infatti, derivano le biomasse, materiali di origine organica, provenienti direttamente o indirettamente dalla fotosintesi clorofilliana (legna da ardere, residui agricoli forestali, scarti dell’industria agroalimentare, reflui degli allevamenti, specie vegetali coltivate per lo scopo, ecc). Tra le biomasse si distinguono i combustibili solidi (legno), i combustibili gassosi (biogas) e i combustibili liquidi (bioetanolo e biodiesel). Si tratta quindi di prodotti e sottoprodotti delle attività agricole e forestali che possono contribuire sia a ridurre l’impiego di combustibili fossili nella produzione di energia che a diminuire l’emissione di gas serra, in accordo con gli obiettivi del Protocollo di Kyoto.

Infine, accanto a ruoli e mansioni più tradizionali, la moderna agricoltura multifunzionale si propone anche, come erogatrice di servizi rivolti al territorio, alle persone e alla cittadinanza tutta. Le fattorie sociali ad esempio, luoghi di accoglienza rivolti a soggetti con diverse fragilità, sono la testimonianza dello sforzo concreto e diretto del mondo rurale nei confronti di chi soffre; esse offrono infatti un inserimento nel mondo produttivo adeguato ai bisogni di coloro a cui si rivolgono, il che significa restituire dignità personale e sociale agli individui. Non solo, ma accanto all’attività produttiva, che rimane la fonte prioritaria di sostentamento, l’agricoltura si apre ad accogliere e a parlare di sé anche con soggetti appartenenti ad altri settori della società. Pensiamo alle fattorie didattiche, vere e proprie aziende agricole rappresentative del territorio che, nell’ottica della multifunzionalità, integrano il proprio reddito con attività di tipo divulgativo e pedagogico volte a far conoscere a bambini e ragazzi il mondo rurale, le filiere agro-alimentari nonché educare ad un consumo consapevole ed al rispetto dell’ambiente. Nelle fattorie didattiche le proposte pedagogiche sono correlate all’ambiente e alle attività agricole svolte dall’azienda e prevedono un forte coinvolgimento attivo da parte degli ospiti che, secondo i principi della pedagogia attiva, sono invitati ad “apprendere facendo”, osservando e sperimentando sul campo. Una fattoria didattica può effettivamente essere definita un vero e proprio laboratorio di educazione ambientale ed alimentare che permette ai ragazzi di conoscere ed apprendere in modo semplice – ma non scontato – nozioni inerenti all’agronomia, alla zootecnia, alla biologia o all’etologia. Dunque, le fattorie didattiche, inserendosi in un percorso di scoperta e conoscenza caratterizzato da un apprendimento attivo volto a stimolare la curiosità, l’osservazione e la riflessione, rappresentano un’opportunità di estrema importanza per il mondo agricolo, per la scuola e per i ragazzi stessi.

A ragione si può affermare allora che l’agricoltura si apre oggi ai giovani e “fa scuola” con le scuole. Le fattorie didattiche sono vere e proprie aule “all’aria aperta” dove gli studenti possono incontrare e conoscere un mondo che i ritmi accelerati imposti dalla tecnologia hanno allontanato dalla vita di tutti i giorni.

Infine, anche gli agriturismi, ormai presenti con successo da anni su tutto il territorio nazionale, offrono ai cittadini l’occasione di condividere esperienze a diretto contatto con la campagna e di vivere ritmi più vicini alla natura e magari di ritrovare il sapore delle cose buone che da generazioni abbiamo acquisito fin dentro il nostro DNA.

Ma l’agricoltura si interessa e si interroga anche sui grandi temi ambientali del pianeta, quali la tutela della biodiversità, la prevenzione e la riduzione dei rifiuti, la questione delle fonti di energia e lo sviluppo sostenibile. Tra le tante iniziative ricordiamo, come già evidenziato in precedenza, l’impiego di fonti di energia rinnovabili e la capacità di produrre energia nella propria azienda utilizzando i propri rifiuti (deiezioni animali, scarti vegetali), il presidio e la manutenzione del territorio attraverso l’impiego di tecniche ecocompatibili e sostenibili e, vale la pena di sottolinearlo, la vendita diretta dei prodotti alimentari ai consumatori, azione che, oltre a tradursi in un risparmio per l’acquirente e in una legittima fonte di onesto guadagno per l’agricoltore, risponde altresì alla necessità di contribuire a ridurre l’inquinamento. La spesa a Km 0 consente, infatti, di ridurre il consumo di carburanti necessari per il trasporto delle derrate alimentari, contribuendo così alla riduzione delle emissioni di sostanze inquinanti in atmosfera. Pertanto, l’agricoltura svolge un ruolo importantissimo anche nella salvaguardia e nella conservazione dell’ambiente, nell’ottica di uno sviluppo sostenibile. Il mondo rurale si candida, quindi, sia come erogatore di cultura e di concretezza sia come partner/interlocutore nei percorsi formativi dell’educazione ambientale e allo sviluppo sostenibile nonché dell’insegnamento di Cittadinanza e Costituzione. Infatti, proprio per le sue nuove opportunità e attenzioni in campo ambientale esso si propone come momento di riflessione sul concetto di sviluppo sostenibile sia per incoraggiare gli individui a contemplare nelle proprie scelte tanto  il ‘qui e ora’ quanto ciò che può avvenire ‘domani e altrove’ sia per introdurre un nuovo modo di considerare la realtà che spinge gli individui a valutare le conseguenze delle proprie azioni non solo in relazione al soddisfacimento dei propri bisogni ma anche in relazione al soddisfacimento dei bisogni delle generazioni future. Obiettivi questi che consentono l’acquisizione di una cultura della sostenibilità capace di formare i cittadini alle scelte consapevoli ed etiche nei consumi, negli stili di vita, nella modalità, nel risparmio energetico, nella riduzione e differenziazione dei rifiuti e, in generale, nel rispetto dell’ambiente. Concetti peraltro accuratamente espressi nelle “Linee Guida per l’educazione ambientale e allo sviluppo sostenibile” sottoscritte il 9 dicembre 2009 dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare. Alla luce di questo importante documento, l’agricoltura può, ancora una volta, dare il suo contributo nella progettazione di itinerari formativi e didattici lavorando in stretta sinergia con la Scuola, luogo deputato alla formazione del cittadino, cioè alla “coltivazione” delle menti e dei sentimenti e perciò abituata a gestire ritmi, quelli dello sviluppo delle personalità”, che non possono mai essere paragonabili ai cicli di produzione industriale. La Scuola è dunque l’ambito/ambiente a cui la società assegna il compito di trasmettitore di cultura e di valori e che possiede strumenti didattici consolidati nell’evoluzione di un’esperienza che si è via via irrobustita sul campo e che le ha permesso di colloquiare con le nuove generazioni e le loro famiglie. La Scuola sa di lavorare con “alberi” che producono frutti diversi, i cui tempi di maturazione sono diversi. Compito della Scuola è quello di comportarsi da attento agricoltore, di curare il terreno della crescita, di seguire con attenzione lo sviluppo delle personalità, di guidare. Mai di pretendere che da un albero specifico nasca un frutto diverso da quello per cui è preposto. Cultura/coltura. L’avevano ben capito gli antichi. Più di duemila anni fa. Il progresso tecnologico ci ha un po’ inebriato e illuso. Abbiamo trasformato il progresso da “strumento per” a protagonista. Scuola e agricoltura insieme sono i soggetti che possono permettere all’intera società di ricomporre gli strappi, perché sono entrambe in grado, per loro stessa natura, di mantenere il contatto con le origini e di concepire ritmi a misura d’uomo. Ritmi che suppliscono la mancanza di velocità con una maggior efficienza.

Del resto, il mondo rurale, caratterizzato appunto dal suo essere tradizione in perenne divenire, permea direttamente o indirettamente praticamente tutte le discipline: storia, filosofia, geografia, antologia, poesia, pittura,  religione, mitologia, tecnologia, architettura, urbanistica…

Inoltre, alla luce della considerazione che la scuola dell’autonomia intende progettare la sua identità attraverso un forte radicamento dei contesti territoriali, promuovendo la componente locale del curricolo e l’incontro con le attività, le culture e i prodotti del territorio, le tradizioni, il paesaggio naturale e urbano, risulta chiaro che il mondo rurale diventa un autentico percorso di formazione capace di promuovere attività di ricerca, scoperta, scambio e turismo ecocompatibile, facilitando sia la scoperta delle diverse culture sia una nuova consapevolezza della propria identità e della propria storia.

 

Il Progetto

Da qualche decennio si assiste ad una crescente necessità di far maturare nelle nuove generazioni consapevolezze che i mutamenti storico-economici dell’epoca attuale, sotto la spinta del rapido progresso tecnologico e produttivo, hanno gradualmente stemperato o rese scontate.

Pur nell’indiscutibile crearsi e consolidarsi di ordinamenti democratici e società civili, oggi tale necessità si evidenzia maggiormente proprio nel progressivo allontanamento dell’individuo dal contesto collettivo e ambientale in cui vive. Un contesto che il fenomeno di crescita conosciuto come globalizzazione ha esteso all’intero Pianeta e che sempre più consapevolmente impegna governi e istituzioni di ogni nazione nell’educare i singoli, in particolari i cittadini del futuro, alla conoscenza e al rispetto degli articoli costituzionali dello Stato nonché alla responsabilità verso sviluppo sostenibile, ambiente e salute.

Strumenti quali il documento di indirizzo del MIUR (Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca) per la sperimentazione dell’insegnamento di ‘Costituzione e Cittadinanza’ e le “Linee Guida per l’educazione ambientale e allo sviluppo sostenibile” sottoscritte il 9 dicembre 2010 dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, sono indicativi dell’attenzione che circonda da tempo il problema, mentre il protocollo d’intesa sottoscritto il 1 aprile 2010 dallo stesso MIUR con Coldiretti prelude qui alle ragioni che spiegano l’importanza dell’Educazione Alimentare nel processo di formazione di cui si è accennato, confermando al tempo stesso il valore delle iniziative complementari nei programmi didattici e la necessità di realizzare anche attraverso quest’ultime un sistema integrato di soggetti e attività finalizzati allo stesso obiettivo.

 

Dalla tavola alla Costituzione. L’Educazione Alimentare quale percorso propedeutico alla formazione del senso di Cittadinanza

Quale atto vitale risulta essere altrettanto necessario e condiviso del nutrirsi? E perché diventare consapevoli di come ci alimentiamo espande tale consapevolezza all’integrare nelle nostre conoscenze il fil rouge che lega trasversalmente cibo, agricoltura e ambiente alla Vita tutta: biologica, culturale, sociale, umana e del pianeta, singola e collettiva? La ricostruzione di questa catena antro-biologico-sociale, così  come prevista nel presente progetto, e la sua coerenza con gli obiettivi del progetto stesso poggiano su due condizioni chiave ampiamente documentate e sperimentate da Coldiretti attraverso Campagna Amica ed altre analoghe iniziative di pedagogia attiva legate all’attività agro-alimentare:

  • la multifunzionalità del mondo agricolo
  • l’interdisciplinarietà dell’educazione alimentare.

La prima è un dato ormai acquisito, che nell’ultimo decennio ha visto numerosissime aziende agricole diversificare la propria attività affiancando a coltivazione, allevamento e produzione di beni agro alimentari e prodotti tipici, servizi quali l’ospitalità turistica e, restando nello specifico del presente progetto, la didattica aperta alle scuole.

La seconda, pur non avendo ancora ottenuto piena titolarità, di fatto è unanimemente riconosciuta e sono sempre più numerosi gli agganci storici, scientifici e letterari che uniscono trasversalmente il tema ‘cibo’ alle diverse discipline didattiche.

Concludendo, il circolo virtuoso creatosi grazie a questi due presupposti ha reso l’Educazione Alimentare un interessante modello di propedeutica alla formazione del cittadino dove, come in un sorprendente gioco di scatole cinesi, le scoperte non finiscono mai ed il legame che gradualmente si crea con il territorio apre più facilmente la strada alla comprensione e al rispetto della nostra Carta Costituzionale.

>> Progetto concorso 4A

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