Donne Impresa

8 Aprile 2011

Task Force per un’Italia libera da OGM, 20 Luglio 2010

Con il Patrocinio del Comune di Roma e Task Force per un’Italia libera da OGM, si è svolto a Roma il Convegno su: “Agricoltura e Biotecnologie: Il fronte della ricerca tra un’avanguardia silenziosa e un’innovazione superata”.

Con il Patrocinio del Comune di Roma e Task Force per un’Italia libera da OGM si è svolto a Roma Auditorium dell’Ara Pacis il 20 luglio 2010, il Convegno su: “Agricoltura e Biotecnologie: Il fronte della ricerca tra un’avanguardia silenziosa e un’innovazione superata”.

Il tema degli organismi geneticamente modificati (OGM) richiede una ricerca sistematica e indipendente. I sostenitori degli OGM in agricoltura affermano che chi dubita dell’opportunità del loro utilizzo assume una posizione antiscientifica e ideologica. Nonostante ciò, studi scientifici di rilievo internazionale mettono in evidenza come sia necessario adottare un atteggiamento prudente e preventivo, per motivi legati alla tutela della salute umana, degli animali e dell’ambiente. Proprio sulla base sulla base di queste posizioni alcuni paesi Europei hanno vietato la coltivazione di questi  organismi. Autorevoli esponenti del mondo scientifico in questa giornata affrontano la questione al pubblico ed ai media.

Il moderatore Stefano Masini, Coldiretti, e docente di diritto agrario all’Università di Tor Vergata a Roma, dà il benvenuto al Convegno a tutti i presenti e sintetizza quanto male possano fare OGM alla nostra salute: resistenza agli antibiotici con grave controllo sulle malattie infettive, allergie, intolleranze, effetti inattesi su fegato e pancreas.

Il pericolo  di un’estesa contaminazione di organismi geneticamente modificati nel nostro paese, a partire dal Friuli, La Task Force ha deciso di appellarsi al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. « I campi Ogm in Friuli, nel comune di Fanna e forse anche altrove, violano il Decreto Legislativo 24 aprile 2001, n.212, che prevede il rilascio di una specifica autorizzazione in assenza della quale è prevista la pena dell’arresto da sei mesi a tre anni o dell’ammenda fino a € 51.700. Tali disposizioni mirano a garantire i prodotti tradizionali e biologici dalla contaminazione con quelli transgenici e a evitare un danno all’ambiente» spiegano dalla Task force.

Dal 10 luglio – informano – un campo è stato identificato e posto sotto sequestro e sono stati prelevati dei campioni per verificare la presenza di mais Ogm: questi test richiedono tre giorni di tempo, ma la Procura di Pordenone ha deciso di non fare niente fino ai primi di agosto, «quando il polline si sarà ormai disperso!» aggiungono. Le associazioni che compongono la Task force chiedono di sapere con esattezza se le piante sono state geneticamente modificate oppure no. «Se non si tratta di mais transgenico, bisogna annunciarlo subito per liberarci dal peso di questa minaccia. Se, invece, quelle piante sono geneticamente modificate, la Task Force OGM, e la normativa italiana, ne esige l’immediata distruzione prima della fioritura delle piante che è imminente. Adesso, non ad agosto, quando la violazione della norma sulla coltivazione di organismi geneticamente modificati renderà ormai incontrollabile la diffusione di polline e la contaminazione».

La Task Force, ha chiesto quindi, al presidente della Repubblica di fare tutto quanto in suo potere per segnalare alla Procura di Pordenone di procedere immediatamente agli accertamenti del caso in modo da poter scongiurare ogni ipotesi di contaminazione da piante transgeniche e in particolar modo per impedire che tale contaminazione risulti di fatto permessa da una incomprensibile dilazione dei tempi.

La Task force è sostenuta da: Acli, Adoc, Adusbef, Aiab, Amab, Campagna Amica, Cia, Città del Vino, Cna Alimentare, Codacons, Coldiretti, Crocevia, Fai, Federconsumatori, Ferderparchi, Focsiv, Fondazione Univerde, Greenaccord, Greenpeace, Lega Pesca, Legacoop Agroalimentare, Legambiente, Movimento difesa del cittadino, Slow Food, Unci, Vas, Wwf.

 

Prof. Mariano Bizzarri, Università La Sapienza di Roma, le manipolazioni genetiche apportate a piante ed alimenti fa si che le proteine vengono modificate e studi scientifici hanno evidenziato le piu’ importanti modifiche:

1. Alterazioni nella qualità e nel valore nutrizionale dei cibi. Gli stravolgimenti introdotti nella dieta dai cibi modificati, procedono in una velocità di gran lunga superiore all’abilità degli scienziati nel prevederne il significato nell’ambito dell’alimentazione pediatrica. Prudenza agli usi degli OGM nell’infanzia

2. Resistenza agli antibiotici. Le tecniche transgeniche si avvalgono di geni “marcatori” che inducono una forma di resistenza agli antibiotici, la cosa è inquietante dato che l’incontrollata diffusione di geni che conferiscono resistenza agli antibiotici puo’ facilitare la loro trasmissione e acquisizione da parte dei microbi che diventerebbero resistenti ai farmaci. La possibilità di un trasferimento orizzontale tra geni provenienti dal cibo e la microflora intestinale dell’uomo è stata sperimentalmente accertata.

3. Tossicità. La manipolazione genetica puo’ amplificare l’attività di un gene che in condizioni normali produce una tossina a bassa concentrazione e manipolato determina la sintesi metabolica dannosa

4. Allergenicità. E’ possibile che la proteina prodotta dal gene esogeno risulti essere, nel nuovo contesto cellulare, dotata di un particolare allergenico.

5. Creazioni di nuovi virus. Molte piante vengono “ingegnerizzate” utilizzando come vettore del gene di interesse un plasmide o un virus attenuato, appartenente alla famiglia degli oncogeni.  Questa tecnologia crea e diffonde nuovi virus o nuovi microorganismi quindi nuove malattie con gravi ripercussioni sugli esseri umani.

6. Tumori I prodotti di un gene modificato possono svolgere un ruolo co-cancerogeno o possono riattivare patologie tumorali silenti come il “linfoma”.

 

Prof. Roberto Danovaro, Università Politecnica delle Marche e vice Presidente Società Italiana di ecologia, dichiara che “la questione OGM” a livello ambientale appare come un problema molto ampio, elencando sinteticamente i danni a livello scientifico ambientale provocano l’utilizzo di organismi geneticamente modificati:

1. Alterazioni biodiversità naturale;

2. Danno significativo alle popolazioni e comunità di organismi animali e vegetali sia essi naturali che selvatici;

3. Promuove l’interazione di geni inseriti artificialmente negli OGM con gli inquinanti convenzionali.

4. Determina una nuova forma di inquinamento: quello genetico in cui il comportamento dei transgeni diventa persistente nell’ambiente;

5. Ha un effetto a cascata sul funzionamento degli ecosistemi naturali.

 

Prof. Marcello Buiatti, Università di Firenze European Network of Scientists for Social and Environmental Responsibility (ENSSER), gli effetti degli OGM dal punto di vista biotecnologico, economico e agricolo, ambientale e sanitario, sia per l’uomo che per l’animale, si puo’ valutare se la tecnologia di trasgenesi sia veramente avanzata e se gli OGM siano utili, dannosi, e quali effetti sugli ecosistemi agricoli complessivi, inclusi il suolo e l’ecosistema microbico e quali danni possa avere un’alimentazione sugli attuali alimenti transgenici assunti nella dieta per lunghi periodi. L’anali condotta permette di affermare che

1. La tecnica usata per la produzione di OGM è obsoleta come dimostra il fallimento produttivo (pochi OGM e di dubbia utilità);

2. Le culture transgeniche ormai sono essenzialmente uno strumento per il controllo dei mercati del cibo e per manovre e speculazioni finanziarie;

3. L’Agenzia EFSA valuta gli OGM basandosi su test e tecniche altamente obsolete non puo’ essere considerata indipendente e imparziale, in quanto usa solo ricercatori collegati con imprese produttrici degli stessi;

4. I dati ottenuti dalla rete ENSSER e da altri laboratori indipendenti hanno ampiamente dimostrato l’altissimo livello di imprevedibilità dei prodotti OGM, tali da comportare rischi incontrollabili.

 

Prof. Manuela Giovannetti, Università di Pisa Non dovrebbe essere consentito utilizzare l’ambiente in cui viviamo come cavia, rilasciando OGM prima di avere un’idea chiara dei rischi per animali, piante, persone che ci vivono. A salvaguardia dell’interesse comune, i governi dovrebbero stabilire i limiti entro cui le multinazionali agrochimiche, biotecnologiche e sementerie debbano operare, perche’ se fosse loro concesso di poter introdurre i geni per il controllo della fertilità dei semi (terminator e simili) esse avrebbero potenzialmente il monopolio sul cibo nel mondo.

 

Prof. Livio Giuliani Dirigente di Ricerca ESPSEL – Roma La scoperta di Luc Montagnier, Premio Nobel della Medicina 2008, e i suoi collaboratori: questo gruppo di ricerca ha messo in evidenza che, durante un infezione batterica di una cellula, compaiono segnali elettromagnetici, il cui risultato apparente è quello di condizionare il DNA della cellula stessa finalizzandone l’attività allo sviluppo infettivo. Questa scoperta rende obsoleti gli OGM. Sarà sufficiente un appropriato trattamento elettromagnetico delle colture, come già sperimentato da un decennio, in Polonia da Pietruszewski e in molti altri paesi. Sono trattamenti i cui effetti non si trasmettono geneticamente e dunque non sono in grado di alterare la specie e l’ecosistema globale della terra.

 

Prof. Federico Infascelli Università Federico II – Napoli Una tra le principali preoccupazioni sollevate dall’opinione pubblica sull’impiego degli OGM nel settore agroalimentare è rappresentata dal destino di frammenti del DNA modificato ingeriti dagli animali. Con esperimenti effettuati con soia OGM sono stati rilevati frammenti di DNA transgenico nel fegato, rene, muscolo, milza cuore e sangue.

 

Nonostante le apparenze, l’interesse delle multinazionali del biotech in Italia ed in Europa non riguarda la coltivazione di OGM, per la quale non vi sono margini di vera competitività sul mercato globale, ma, piuttosto la commercializzazione e l’uso di OGM coltivati e prodotti altrove (USA, Argentina, Brasile). Ed è proprio questo il punto centrale su cui devono essere fatte le vere scelte e su cui tutti ci dovremmo interrogare: dobbiamo utilizzare prodotti intermedi variamente reperiti sul mercato mondiale oppure puntare su filiere tutte italiane? Senza scelte chiare continueremo a nutrirci con prodotti nella cui catena di trasformazione gli OGM possono entrare, senza che il consumatore possa scegliere in maniera consapevole sulla base di informazioni trasparenti.

 Novità su OGM

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